Prendersi cura di un parente non è solo dovere morale. Assistere un familiare, che non è in grado di provvedere a se stesso, è un obbligo giuridico.
Secondo il Codice Civile esiste l’obbligo a prestare assistenza ai propri cari che si ritrovano in uno stato di incapacità, temporanea o definitiva, tramite attività di sostegno, che vanno dalla somministrazione del cibo, all’ospitalità, all’assistenza morale e materiale, fino ai doveri civili.
Ecco chi deve versare gli alimenti, ovvero fornire una prestazione economica per favorire il sostentamento al familiare incapace di mantenersi in autonomia:
- il coniuge;
- i figli;
- i genitori;
- i generi e le nuore;
- i suoceri;
- i fratelli, germani o unilaterali.
Questo schema evidenzia l’ordine di intervento dei familiari responsabili. In mancanza di un soggetto, l’obbligo ricade sul soggetto successivo previsto dalla norma.
Come ribadito dalla Cassazione [Cass. sent. n. 3334/07; n.21572/06; n. 9185/04; n. 1099/90.] nel caso in cui il soggetto anziano si trovi in stato di bisogno e incapacità di autosostentamento è dovere dei figli versare al genitore gli alimenti.
Se c’è necessità, anche contribuendo ad ospitarlo e mantenerlo in casa.
C’è un obbligo perciò, da parte dei familiari, alla custodia e alla cura dell’anziano in modo tale che gli siano garantite le misure occorrenti per l’igiene propria e dell’ambiente in cui vive.
In caso contrario, il rischio è quello di dover rispondere del reato penale di violazione degli obblighi di assistenza familiare [Art. 570 cod. pen.]