Mi chiamo Valentina, ho 46 anni e due figli meravigliosi: Giada e Mattia.
La nostra è sempre stata una famiglia unita, semplice. Io e Gabriele ci siamo conosciuti all’università e da allora non ci siamo mai lasciati. Abbiamo costruito tutto passo dopo passo: il nostro amore, il nostro lavoro, la nostra casa. E poi loro, i nostri due mondi.
Quando è nato Mattia, ci sembrava di vivere in una bolla. Giada era ancora piccola, e io avevo il cuore pieno e le mani occupate. Gabriele faceva avanti e indietro dall’ospedale, e ogni volta che arrivava lo riconoscevo da come spalancava la porta con quel sorriso stanco e felice.
Poi, all’improvviso, quella bolla si è incrinata.
Un sabato mattina, Gabriele è uscito presto in macchina per sbrigare un paio di commissioni. Poco dopo ho ricevuto una chiamata: aveva avuto un incidente. Per fortuna non era grave. Una macchina che non aveva rispettato uno stop, un grande spavento e qualche giorno in ospedale.
Ma in quel momento mi si è gelato il sangue.
Lì per lì non ho pensato a niente. Solo a raggiungerlo, a stringergli la mano. Ma nei giorni successivi, tra pannolini e corse in corsia, ho iniziato a pormi delle domande che non avevo mai avuto il coraggio di fare.
E se fosse andata diversamente? Se Gabriele non fosse tornato a casa? Come avrei fatto da sola, con due figli da crescere?
Quella paura, che inizialmente mi paralizzava, è diventata una spinta.
Abbiamo deciso di fare una scelta. Una di quelle silenziose ma fondamentali. Una scelta che ci somigliasse, fatta con il cuore e con la testa.
Abbiamo pensato a come proteggere i nostri figli. A come garantire loro una stabilità, anche se un giorno la vita dovesse toglierci l’equilibrio che oggi diamo per scontato.
Oggi Giada ha 12 anni, Mattia quasi 9. Quando la sera li guardiamo dormire, ci sentiamo grati. E sereni.
Perché sappiamo che abbiamo fatto tutto ciò che potevamo per custodire il loro domani.
Questa, per noi, è la SuperSerenità: scegliere di esserci. Sempre.
Valentina